venerdì 25 dicembre 2009

Il Natale di un'atea

Ore 20,54. Oggi è Natale. Anche per me, atea per convinzione. Io odio il Natale. Odio la gente a Natale. I pranzi. Le cene. I parenti. Gli amici. E' tutto confezionato, come un pacco enorme che devi trascinarti dietro per tre giorni consecutivi. Nessuno spazio all'immaginazione.
Io per esempio avrei voluto passeggiare con lui tutto il pomeriggio con la neve che scendeva a fiocchi. Progettare la nostra vita tra i rami degli alberi. Poi scaldarsi, l'uno con l'altra. E la sera, seduti davanti al caminetto, un calice di vino, un buon libro da leggere in due e nell'aria già l'odore del dopo.
E invece sono qui che scrivo di quanto mi mi sia rotta oggi le palle e di quanto, forse per predeterminazione o per mia impostazione mentale, rincorrerò la fine di questa giornata. E' la routine che mi sfianca. Emblematica giornata: ricostruzione di una nascita avvenuta migliaia di anni fa, ogni anno uguale e ogni volta inutile! Amen.

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