sabato 31 ottobre 2009

Sognando Parigi - Stefania Bruno

Sono le tre...

Sono le tre. Le tre e qualche piccola frazione di tenera angoscia tra quelle nubi. Il paesagio scolpito dietro la finestra, un quadretto a stento autunnale, e io aldiqua di quella che penso a miriadi di strade, alle città geometriche, alle genti diverse che percorrono insieme la stessa scia di fumi e di musiche, e più lontano un cinema e poi sotto un bar e nella vetrina le frittelle appena intinte nella glassa di cioccolato fontente e di fronte e intorno le insegne luminose e gli angoli coi lampioni intorno a cui girare per incontrare i sogni e poi le stelle, solo immaginate, ma belle, belle anche se piove e i rumori e le voci e correre tra gli svincoli in cerca sempre di qualcosa che non sai cos'è, ma che importa? è pur sempre una storia piena di dettagli e se pur mancasse la trama che importa? immortalatemi qui, tra l'inferno ed il cielo, in questo groviglio di umanità in movimento. Non lì, dietro quel vetro a guardare sempre gli stessi alberi e il paesello, a sentire storie che declamano il nulla, la pietra morta...

sabato 24 ottobre 2009

Sfogo

Dici che non ci sarai domani, non ti interessa, non ti tange, neppure io. Non basto io, troppo insufficiente, sicuramente non bastante per te. Non io il valore aggiunto ad un minuto qualunque passato lontano da te, dal tuo maledetto mondo, più vicino al mio maledetto mondo. No, non sarò triste. Ho capito. Tutto è relativo. Io. Te. Noi. E' solo un istante. Inutile pretendere di più dall'egoismo di un uomo dall'alto del mio cinismo astratto. Fa' quel che vuoi. Goditela senza me e io senza te. Avremo perso un istante di noi, ma che importa? Restano il Me e il Te oltre il Noi. Ci vedremo più tardi, felici di stare di nuovo insieme, faremo l'amore e poi cadremo distrutti. Quale idialliaca apocalisse...

mercoledì 21 ottobre 2009

sabato 10 ottobre 2009

Dialogo n°1

BARISTA - Salve! Cosa le porto?
LEI - Un caffè. (Come al solito!)
BARISTA - Bene.
LEI - Senta mi scusi. Ho cambiato idea. Mi guardi bene e decida lei cosa portarmi.
BARISTA - Non saprei. Preferisce qualcosa di fresco forse?
LEI - Sì, di fresco. Lei cosa prenderebbe per esempio?
BARISTA - Guardi non so. Non sono qui per questo del resto.
LEI - E per cosa è qui?
BARISTA - Ma, non so. Per servirla per esempio!
LEI - Le piace il suo lavoro?
BARISTA - Mi accontento.
LEI - Ed è abbastanza?
BARISTA - Scusi, in che senso?
LEI - Dico: le basta accontentarsi?
BARISTA - Ma, non saprei. Non ci ho mai pensato.
LEI - Dovrebbe invece. Sa io studio lettere. Ma tra un anno mi laureo. Vorrei scrivere un libro, ma non riesco a cominciarlo. Forse me ne ancrò un giorno. O forse no. Ma a lei non importa vero?
BARISTA - Non è che non mi importa, ma...
LEI - Non menta! Lo so che non le importa. Del resto, di tutta questa gente che è qui nel bar, non le importa.
BARISTI - Sono clienti.
LEI - E quindi non dovrebbe importargliene? Guardi quell'uomo laggiù. Passa la maggior parte del suo tempo in questo bar. Sa come si chiama?
BARISTA - Francamente no.
LEI - Perchè è un cliente.
BARISTA - Senta signorina, vuol prendere qualcosa oppure no?
LEI - Forse. Comunque non è colpa sua. Siete tutti così voi baristi. Circondati di gente tutto il giorno, eppure così soli.
BARISTA - Lei questo non lo sa.
LEI - Lo so. Lei è così collaudato alla sua solitudine, da scacciare persino questo breve momento di compagnia.
BARISTA - Non è questo.
LEI - Non fa nulla. Capisco. Mi porti un Martini liscio, grazie.
BARISTA - Bene. (va via)
LEI - Di niente! (esce)

THE END

domenica 4 ottobre 2009

Sabato pomeriggio al bar... Rob

Sabato pomeriggio al bar... Lillo

Sabato pomeriggio al bar... Lillo e Rob



dedicata a lei

assorto in me stesso sto
sospeso tra il vuoto
e il pensiero di lei che ridendo
va
per la sua strada
silenziosa e persa
a scontrarsi contro l'ennesima
roccia
e in questa sintesi d'immagini
incontrarsi in un brivido
lei sorride
sente la mia carezza
sul cuore
rallenta per sentire
il tonfo dei passi
sulla strada bagnata
dal vento
fruga in una tasca
si scosta i capelli
riprende la strada
cosa ne è stato di quel pensiero
perso chissadove?
forse è lì
sospeso nel punto
in cui una foglia caduta
le ha carezzato il viso
prima di morire
nel gelo di dell'inverno che avanza

giovedì 1 ottobre 2009

La caduta

La caduta non è quel misto tra paura ed emozione che sovrasta l'uomo mentre precipita verso il fondo di una profonda gola, ma il momento in cui decide di correre incontro allo strapiombo cosciente dello stesso e di cosa lo attende sul fondo. E' il momento in cui cotale coscienza non basta a trattenerlo dal voler provare il senso di sè stesso sospeso nel vuoto per un solo istante, anche se quell'istante gli costerà la vita.