domenica 15 giugno 2008

Zertrümmerte


Vado.
A lenti passi
muovo il corpo,
appena respiro,
senza meta,
senza speranza alcuna.
Allo specchio
l’immagine è rotta,
frantumata
come superficie di cristallo
abbattuta da un crudele macigno.
Sento scorrere
il passato
dinanzi agli occhi.
Vorrei non aver vissuto,
vorrei non vedere,
non avere più i sensi
per avvertire la linfa
che crudelmente
continua a nutrirmi.
Ma il rimedio
rifugge,
appassisce
il vagheggiato giorno
in cui il ghiaccio
verrà disciolto
e mi riscalderà ancora
il sole.

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